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Quando sul finire del 1807 Giuseppe Bossi inizia a tenere un diario della propria vita, che interromperà solo a pochi giorni dalla morte nel 1815, ha da poco compiuto i trent'anni, ma è già molto forte la coscienza che ha di sé e del proprio ruolo di artista, in una Milano capitale del Regno d'Italia e pervasa dall'ideologia napoleonica. Dopo i primi insegnamenti appresi nelle aule dell'Accademia di Belle Arti di Brera, una borsa di studio a Roma gli aveva permesso di avvicinare dal vero i grandi modelli della pittura rinascimentale e della statuaria classica, e di frequentare quella fucina del neoclassicismo internazionale che furono gli studi di Antonio Canova, Felice Giani, Angelika Kauffmann.